Arminio Savioli

Abbozzo giornalisti italiani
Questa voce sugli argomenti giornalisti italiani e partigiani italiani è solo un abbozzo.
Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
Savioli (primo a sinistra, accovacciato) fra i gappisti romani nel 1944

Arminio Savioli (Poggio Nativo, 18 aprile 1924 – Roma, 9 novembre 2012[1]) è stato un giornalista e partigiano italiano.

Dopo l'8 settembre 1943, con il nome di battaglia "Anatolio", aderì al GAP di Franco Calamandrei a Roma, dove liberò Alfredo Reichlin dalla cattura eseguita da due fascisti[2]. In seguito combatté come volontario del riorganizzato Esercito Cobelligerante Italiano, nel Gruppo di combattimento "Cremona" dal 1943 al 1945.

Membro del PCI e redattore de l'Unità, nel 1961 fu il primo italiano ad intervistare Fidel Castro dopo la Rivoluzione cubana. Dopo aver lasciato il giornalismo pubblicò saggi come Gheddafi (1991).

Era il fratello del giornalista, sceneggiatore, critico teatrale e cinematografico Aggeo Savioli.

Note

  1. ^ È morto Arminio Savioli Per primo intervistò Fidel Castro (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013). Unita.it
  2. ^ Antonio Gnoli, Alfredo Reichlin: "La politica la fa chi crede in se stesso su di me ho avuto più di un dubbio", in La Repubblica, 7 dicembre 2014.

Altri progetti

Altri progetti

  • Wikiquote
  • Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Arminio Savioli

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàSBN CFIV075509
  Portale Biografie
  Portale Seconda guerra mondiale