Charles Patin

Ritratto di Charles Patin, incisione di Antoine Masson

Charles Patin, latinizzato come Carolus Patinus e italianizzato come Carlo Patin (Parigi, 23 febbraio 1633 – Padova, 10 ottobre 1693), è stato un medico, chirurgo e numismatico francese che si trasferì in Italia, insegnando all'Università di Padova.[1]

Fu noto a livello europeo per le sue opere sulla numismatica.[1]

Biografia

La famiglia di Charles Patin, incisione dall'origine (1684) di Noël Jouvenet († 1698). Charles Patin e la sua sposa Madeleine, nata Hommetz, con le loro figlie Charlotte-Catherine (a sinistra) e Gabrielle-Charlotte[2].
Imperatorum romanorum numismata

Figlio del famoso medico francese Guy Patin, esponente di spicco del libertinage érudit del Seicento, studiò a Parigi inizialmente giurisprudenza per poi laurearsi in medicina alla Sorbona nel 1656.[1] Dal 1658 fu professore di anatomia e patologia nell'università parigina.[1] Nel 1667 per motivi politici - ufficialmente perché accusato di contrabbando di libri proibiti, forse minacciato da Colbert[3] - lasciò la Francia su suggerimento del padre, soggiornando in varie corti e città d'Europa,[3] in Germania, Austria, Svizzera e Italia.[1]

Patin giunse a Padova nel 1671, dopo quattro anni di esilio, venendo ospitato in un palazzo di proprietà del conte Giovanni de Lazara,[3] celebre collezionista d'arte e numismatica.[4] Il palazzo, in contrada delle Beccarie Vecchie a ridosso del palazzo della Gran Guardia, divenne stabilmente la residenza di Patin e della sua famiglia.[3]

Nel 1676 gli fu affidata la cattedra ad lecturam tertii libri Avicennae dell'Università di Padova e, nel 1681, la prestigiosa cattedra di chirurgia in primo luogo dell'ateneo patavino che tenne fino alla morte.[1]

Curò vari interessi letterari e antiquari e rimase noto in tutta Europa per i suoi trattati di numismatica; pubblicò numerose opere, tra le quali una raccolta di biografie dei docenti dell'ateneo patavino e i resoconti dei propri viaggi.[1]

Era marito di Madeleine Homanet (o Hommetz), scrittrice di opere morali. La coppia ebbe due figlie, Charlotte-Catherine, storica,[2] e Gabrielle-Charlotte, a sua volta celebre numismatica.[5]

Nel 1674 fu ammesso all'Accademia dei Ricovrati, di cui fece parte insieme alla moglie[5] e alle figlie e che presiedette a lungo. Visse a Padova fino alla morte, sopraggiunta il 10 ottobre del 1693. Venne sepolto nella cattedrale di Padova dove è ancora presente la sua lapide nella navata destra.[3]

Note

  1. ^ a b c d e f g Del Negro 2015,  p. 255-256.
  2. ^ a b Nicolas Shilliam, Charlotte Catherine Patin: A Seventeenth-Century Female Art Historian?, su Princeton University Library. URL consultato il 18 febbraio 2022.
  3. ^ a b c d e Gorini 2015
  4. ^ Charles Patin, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  5. ^ a b Madeleine Patin, su britishmuseum.org. URL consultato il 17 febbraio 2022.

Bibliografia

  • C.E. Dekesel,, Charles Patin. A Man without a Country, Gandavum Flandrarum, Bibliotheca Numismatica Siciliana, 1990.
  • Piero Del Negro (a cura di), Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell'Università di Padova, Padova, Padova University Press, 2015.
  • Giovanni Gorini, La lapide di Charles Patin, in Girolamo Zampieri (a cura di), La Cattedrale di Padova, L'Erma di Bretschneider, 2015, p. 557-, ISBN 9788891310262.
  • Jean Guillemain, Les recherches numismatiques de Charles Patin d'après ses lettres à Jacob Spon" in Quaderni per la Storia dell’Università di Padova, t. 29, 1996, pp. 45–58.
  • Françoise Waquet, Guy et Charles Patin, père et fils, et la contrebande du livre à Paris au XVIIe siècle in Journal des savants, 1979, n° 2. pp.125–148.

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