Eolomea

Eolomea
Titolo originaleEolomea
Lingua originaletedesco
Paese di produzioneRepubblica Democratica Tedesca, Unione Sovietica, Bulgaria
Anno1972
Durata82 min
Rapporto2,20:1
Generefantascienza
RegiaHerrmann Zschoche
SceneggiaturaAngel Wagenstein
ProduttoreDorothea Hildebrandt
Casa di produzioneDEFA
FotografiaGünter Jaeuthe
MontaggioHelga Gentz
MusicheGünther Fischer
Interpreti e personaggi
  • Cox Habbema: Prof.ssa Maria Scholl
  • Iwan Andonow: Daniel Lagny
  • Rolf Hoppe: Olo Tal
  • Wsewolod Sanajew: Kun, il pilota
  • Petar Slabakow: Pierre Brodski
  • Wolfgang Greese: Presidente del consiglio
  • Holger Mahlich: Navigatore
  • Benjamin Besson: Sima Kun
  • Evelyn Opoczynski: Collaboratrice della Prof.ssa Scholl
  • Heidemarie Schneider: Collaboratrice di Sima Kun
Doppiatori originali

Eolomea, noto in Italia anche come Eolomea - La sirena delle stelle, è un film del 1972 diretto da Herrmann Zschoche.

Pellicola di fantascienza tratta dall'omonimo romanzo di Angel Wagenstein e prodotto dalla DEFA. Frutto di una coproduzione tra Germania est, Unione Sovietica e Bulgaria, il film venne presentato il 21 settembre del 1972 ed iniziò ad essere distribuito nelle sale il giorno successivo.

Trama

Otto navi scompaiono ed il contatto radio con la stazione spaziale gigante "Margot" si interrompe. In seguito a ciò, la professoressa Maria Scholl decide, insieme con il Consiglio Supremo, il coprifuoco per tutte le altre navi in volo nello spazio. Ciononostante, viene concesso ad un veicolo spaziale di lasciare la Terra. Da qui una serie di avvenimenti: primo su tutti giunge sulla Terra un misterioso messaggio cifrato in codice Morse, proveniente dalla costellazione del Cigno, lontana numerosi anni luce dalla Terra. La sua decodifica è la parola "Eolomea". Pare si tratti di un pianeta. Insieme con il capitano di sala Daniel Lagny, personaggio eccentrico ma immotivato, la professoressa Maria Scholl si prepara per compiere il rischioso viaggio verso la stazione spaziale "Margot" per risolvere il mistero. Si scopre infine che si era trattato di una spedizione segretamente pianificata contro la volontà del governo per dirigere la navicella rubata verso Eolomea.

Produzione

Il film è una coproduzione tra Germania est (DEFA), Unione Sovietica e Bulgaria. Le scene riferite alle Galápagos sono state girate in realtà sulle coste bulgare del Mar Nero.

Critica

Pubblicizzazione della pellicola davanti all'Urania Weltzeituhr in Alexanderplatz a Berlino nel giorno della sua uscita.

Dietro la tipica azione contorta della filmografia sci-fi e qualche scena probabilmente realizzata con minor budget, la pellicola nasconde un'ironia sottile ed una critica implicita del sistema, dimostrandosi una intelligente contro-proposta fatta rispetto a numerose produzioni dell'ovest, spesso a loro volta sterili ed eccessivamente lunghe.

«Dominano, in Sojux 111 Terrore su Venere e Signale, la tecnologia e l'immagine esterna del futuro, con l'uomo che appare ingiustamente piccolo e rigido, più uno stereotipo o un carattere, mentre Wagenstein penetra nella psiche dei suoi eroi, racconta le loro storie in movimento e i destini, quello del buon vecchio Pilota Kun, che pur svolgendo con coscienza tutte le sue funzioni, aspira di nuovo alla Terra, al figlio, quello del creativo e futurista Professor Tal, che cerca di risolvere i dubbi e gli enigmi di Eolomea, scoprendosi alle critiche, quello del giovane cosmonauta Daniel Lagny, che svolge il proprio lavoro senza usare mai parole grosse, come se fossero queste a creare la nuova dimensione dei cosmonauti. Questa gente così sanguigna in situazioni di conflitto, di libertà vigilata, di comportamenti problematici sono vivi, quasi dei contemporanei del domani.[1]»

(Hans-Dieter Tok: Geheimnisvolle Signale aus dem All. In: Leipziger Volkszeitung, 29 settembre 1972)

Note

  1. ^ Testo originale: Dominierten in ‚Der schweigende Stern’ und ‚Signale’ die Technik, das äußere Zukunftsbild, erschien der Mensch ungerechtfertigt klein und starr, mehr Typ denn Charakter, so dringt Wagenstein in die Psyche seiner Helden ein, erzählt er ihre bewegenden Geschichten und Geschicke‚ so von dem alten erfahrenen, gütigen Lotsen Kun, der pflichtbewußt im All seinen Dienst versieht, sich aber auf die Erde, zu seinem Sohn zurücksehnt, so von dem schöpferischen, vorwärtsdrängenden Professor Tal, der im zweifelhaften und kritikwürdigen Alleingang das Eolomea-Rätsel lösen will, so von dem leger-burschikosen Kosmonauten Daniel Lagny, der seinen Beruf über hat, doch ohne große Worte dabei ist, wenn neue Kosmonauten-Dimensionen zu erobern sind. Hier werden blutvolle Menschen in konfliktreichen Bewährungssituationen, fordernden Verhaltensweisen lebendig, quasi Zeitgenossen von morgen. Hans-Dieter Tok: Geheimnisvolle Signale aus dem All. In: Leipziger Volkszeitung, 29 settembre 1972

Bibliografia

  • Karsten Kruschel: Leim für die Venus. Der Science-Fiction-Film in der DDR, in: Das Science Fiction Jahr 2007, Sascha Mamczak e Wolfgang Jeschke, ISBN 3-453-52261-3, Pagg. 803–888.

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