Erode Attico
Erode Attico | |
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Console imperiale romano | |
Busto di Erode Attico | |
Nome originale | Lucius Vibullius Hipparchus Tiberius Claudius Atticus Herodes |
Nascita | 101 |
Morte | 177 |
Consolato | 143 |
Erode Attico del demo di Maratona, il cui nome completo era Lucio Vibullio Ipparco Tiberio Claudio Attico Erode,[1] (in greco antico: Ἡρῴδης ὁ Ἀττικός?, Hērōdēs ho Attikos; in latino: Lucius Vibullius Hipparchus Tiberius Claudius Atticus Herodes; 101 – 177) è stato un letterato, politico e filosofo greco antico. Fu precettore di retorica, assieme al latino Marco Cornelio Frontone, degli imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero, e funzionario dell'Impero romano.[2]
Biografia
Erode era un cittadino romano, figlio di Vibullia Alcia Agrippina e di Tiberio Claudio Attico, un banchiere ateniese arricchitosi anche grazie all'esercizio dell'usura; insegnò con notevole successo ad Atene, ed ebbe una reputazione tale che l'imperatore Antonino Pio lo scelse quale precettore dei suoi due figli adottivi, Marco Aurelio e Lucio Vero.[1]
Erode visse a Roma e fu creato console da Antonino Pio nel 143,[1] ed incaricato di governare la Grecia e una parte dell'Asia. Abbellì Atene di monumenti magnifici, quali il famoso teatro detto Odéion (dedicato alla moglie scomparsa, Annia Regilla, uccisa da un liberto forse per suo stesso ordine), tuttora ben visibile in posizione addossata all'Acropoli, e lo stadio dell'Ilisso.[3] In onore della moglie Annia, egli fece inoltre costruire un cospicuo sepolcro a forma di tempietto nei pressi del terzo miglio della via Appia, conosciuto ancora oggi dagli storici come uno dei più bei sepolcri dell'antichità, il cenotafio di Annia Regilla.
Fine sofista, Erode Attico eccelleva soprattutto nell'improvvisazione. Compose un gran numero di discorsi, nessuno dei quali si è conservato; una declamazione riferita a lui, ma la cui paternità è dubbia, si rinviene nelle raccolte di oratori greci.[1]
Aulo Gellio, che ne fu amico,[4] riferisce questa scena a cui aveva assistito. Durante un convivio, giunse un importuno che, dandosi arie da filosofo, pretendeva gli fosse fatta la carità. Erode si lamentò a lungo di coloro che profanano il sacro nome della filosofia ma poi gli diede denari per trenta giorni di cibo e lo fece cacciare. "Gli ho dato - disse - perché sono un uomo, ma non perché è un uomo".[5] In un altro episodio riferito da Gellio, Erode confuta uno stoico che sosteneva l'apatheia, affermando che nessuno può essere esente dalle emozioni e che comunque, anche se qualcuno riuscisse ad esserlo, ciò non sarebbe di alcun vantaggio, poiché le emozioni, purché regolate, sono necessarie alla mente.[6]
Note
- ^ a b c d OCD.
- ^ (EN) A. J. Papalas, Herodes Atticus: An Essay on Education in the Antonine Age, in History of Education Quarterly, vol. 21, n. 2, 1981, pp. 177-178.
- ^ Grove.
- ^ Aulo Gellio, Notti attiche, Liber I, 2, 1-2
- ^ Aulo Gellio, Notti attiche, Liber IX, 2, 1-7.
- ^ Aulo Gellio, Notti attiche, Liber XIX, 12.
Bibliografia
- (EN) Ewen Lyall Bowie e Antony J. S. Spawforth, Claudius Atticus Herodes (2), Tiberius (Lucius Vibullius Hipparchus Tiberius Claudius Atticus Herodes), in The Oxford Classical Dictionary, 4ª ed., Oxford University Press, 2012.
- (EN) Gordon Campbell (a cura di), Herodes Atticus [Lucius Vibullius Tiberius Claudius Atticus Herodes], in The Grove Encyclopedia of Classical Art and Architecture, Oxford University Press, 2007.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
- Eròde Attico, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Camillo Cessi, ERODE Attico, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
- Erode Attico, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- Eròde Àttico, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Herodes Atticus, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Erode Attico, su Open Library, Internet Archive.
- Filostrato e altri: testimonianze su Erode Attico, su caffarella.it.
- Sull'Odeion Archiviato il 15 maggio 2008 in Internet Archive. di Erode Attico ad Atene
Predecessore | Console romano | Successore |
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Lucio Cuspio Pattumeio Rufino, Lucio Stazio Quadrato | 143 con Gaio Bellicio Torquato | Lolliano, Tito Statilio Massimo |
V · D · M | |||||||||
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Sofistica antica (prima e seconda generazione) |
| ||||||||
Seconda sofistica |
|
V · D · M | ||
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