Linguaggio onorifico giapponese

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Il linguaggio onorifico giapponese (敬語?, keigo, letteralmente "lingua di rispetto") è un insieme di modalità linguistiche utilizzate in giapponese per enfatizzare il rapporto interpersonale fra gli interlocutori, in relazione all'età, alla posizione sociale e al grado di intimità esistente. Può essere usato per esprimere alternativamente un atteggiamento di rispetto, umiltà, intimità o distacco.

Tipi di linguaggio onorifico

In giapponese si distinguono abitualmente tre tipi di linguaggio onorifico:

  • Il linguaggio di cortesia (丁寧語 teineigo),
  • Il linguaggio rispettoso (尊敬語 sonkeigo);
  • Il linguaggio umile (謙譲語 kenjōgo o 謙遜語 kensongo).

Molti linguisti preferiscono però distinguere cinque tipi di linguaggio onorifico, includendo fra questi anche il linguaggio educato (丁重語 teichōgo) e il sistema dei vezzeggiativi (美化語 bikago). Dal punto di vista linguistico, il teineigo esprime l'attitudine dell'emittente (parlante) nei confronti del ricevente (interlocutore), mentre il sonkeigo e il kenjōgo quella nei confronti del referente (ciò di cui si parla). Tipicamente, le forme del teineigo possono essere alternativamente combinate con quelle del sonkeigo e del kenjōgo.

Tutti i tipi di linguaggio onorifico comportano modifiche morfologiche dei verbi, degli aggettivi e dei sostantivi. Queste modifiche sono realizzate attraverso l'uso di prefissi, suffissi e forme perifrastiche, secondo le modalità tipiche delle lingue agglutinanti. I prefissi più importanti sono お o e ご go, utilizzati rispettivamente per le parole di origine giapponese e cinese.

Linguaggio di cortesia

Il teineigo è la forma di keigo più comune ed è quella che solitamente viene insegnata agli studenti di giapponese non-madrelingua. Serve ad esprimere un misto di rispetto e di distacco nei confronti dell'interlocutore, simile a quello che si ottiene in italiano con l'uso di "dare del lei".

Il teineigo è contraddistinto dall'utilizzo dell'ausiliare verbale ます masu (che diventa です desu per il verbo essere copulativo e per gli aggettivi).

Linguaggio rispettoso

Il sonkeigo serve ad esprimere rispetto nei confronti dell'interlocutore (in modo più marcato del teineigo) e viene utilizzato per tutto ciò che fa riferimento ad esso. Non è mai impiegato per parlare di sé stessi. È il linguaggio utilizzato dai negozianti con i clienti, o dagli impiegati con i superiori. In generale, implica che il parlante sta agendo in senso professionale.

Il sonkeigo prevede la modifica delle forme verbali riferite all'interlocutore, che può avvenire secondo quattro modalità:

  1. Sostituzione del verbo con un altro equivalente e più rispettoso. Esempio: 食べる taberu > 召し上がる meshiagaru ("mangiare").
  2. Aggiunta della forma perifrastica になる ni naru alla forma continuativa del verbo (caratterizzata dall'uscita in -i), in combinazione con i prefissi お o oppure ご go. Esempio: 待つ matsu > お待ちになる o-machi ni naru ("aspettare").
  3. Aggiunta dell'ausiliare です desu alla forma continuativa del verbo, sempre in combinazione con i prefissi お o oppure ご go. Esempio: 待つ matsu > お待ちです o-machi desu.
  4. Utilizzo della forma passiva del verbo (caratterizzata dal suffisso -areru). Esempio: 待つ matsu > 待たれる matareru.

Anche i sostantivi subiscono delle modifiche, sebbene in modo non così generalizzato come i verbi:

  1. Sostituzione dei sostantivi riferiti all'interlocutore con altri equivalente e più rispettosi. Esempio: 人 hito > 方 kata ("persona").
  2. Utilizzo dei prefissi お o e ご go. Esempio: 車 "kuruma" > お車 "o-kuruma" ("automobile")

Linguaggio umile

Il kenjōgo è usato in concomitanza con il sonkeigo quando ci si riferisce a sé stessi, per esprimere umiltà nei confronti dell'interlocutore. Non è mai impiegato in riferimento a quest'ultimo. In molti casi, questa forma implica l'intenzione di agire in favore dell'interlocutore, prendendosene cura e facendosi carico dei suoi problemi.

Come il sonkeigo, anche il kenjōgo prevede la modifica di alcune forme verbali, in questo caso quelle riferite al parlante. Le modalità utilizzate sono tre:

  1. Sostituzione del verbo con un altro equivalente e più umili. Esempio: 見る miru > 拝見する haiken suru ("vedere").
  2. Aggiunta della forma perifrastica 申し上げる mōshiageru alla forma continuativa del verbo, in combinazione con i prefissi お o oppure ご go. Esempio: 辞退する jitai suru >ご辞退申し上げる go-jitai mōshiageru ("rifiutare")
  3. Aggiunta degli ausiliari する suru, いたす itasu o いただくitadaku alla forma continuativa del verbo, sempre in combinazione con i prefissi お o oppure ご go. Esempio: 待つ matsu > お待ちする o-machi suru.

Nel kenjōgo i sostantivi riferiti al parlante sono generalmente sostituti con altri equivalenti e più umili. Esempio: 贈り物 okurimono ("regalo") > つまらない物 tsumaranai mono ("un pensiero da nulla").

Collegamenti esterni

  • Glossario di convenevoli onorifici giapponesi redatto da un traduttore professionista, su estremorientamento.giftedtranslations.com. URL consultato il 30 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2013).
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